• Vista sul Lago di Robiei, punto di partenza dell’escursione. Immagine: Jon Guler

    Vista sul Lago di Robiei, punto di partenza dell’escursione. Immagine: Jon Guler.

  • La porta di roccia dopo la prima salita all’altopiano. Immagine: Jon Guler

    La porta di roccia dopo la prima salita all’altopiano. Immagine: Jon Guler.

  • Il bivio al Lago dei Matörgn. Immagine: Jon Guler

    Il bivio al Lago dei Matörgn. Immagine: Jon Guler.

  • I laghi di montagna sono predominanti in questa escursione. Immagine: Jon Guler

    I laghi di montagna sono predominanti in questa escursione. Immagine: Jon Guler.

  • In fondo brilla il Lago Castel. Immagine: Jon Guler

    In fondo brilla il Lago Castel. Immagine: Jon Guler.

  • Uno dei ruscelli dell’altopiano, che poi si uniscono per formare il ruscello Bavona. Immagine: Jon Guler

    Uno dei ruscelli dell’altopiano, che poi si uniscono per formare il ruscello Bavona. Immagine: Jon Guler.

  • Il Ghiacciaio del Basodino riflesso nel lago non lontano dalla Bocchetta di Val Maggia. Immagine: Jon Guler

    Il Ghiacciaio del Basodino riflesso nel lago non lontano dalla Bocchetta di Val Maggia. Immagine: Jon Guler.

    Robièi • TI

    Bocchetta di Val Maggia

    La Valle Bavona è una regione alpina ricca di laghetti, con un variegato mondo animale, vegetale e minerale. A 1890 metri si gode una splendida vista sulla cima del Basodino e su tutta la valle. Arrivati a Robiei con la funivia da San Carlo, si prende dapprima un sentiero a sinistra per la prima salita, che conduce lungo un ruscello ad un altopiano. Da qui, dopo aver attraversato il ruscello di montagna, si cammina su alcune pietre fino alla fine dell’altopiano per poi girare a destra presso un lago su un sentiero alpino verso il Lago dei Matörgn. Sotto il fascino del Ghiacciaio del Basodino, il più grande ghiacciaio del Ticino, l’escursione prosegue attraverso vari ostacoli lungo un sentiero di montagna fino a raggiungere altri laghi di montagna non lontano dalla Bocchetta di Val Maggia. Specialmente in questo tratto, sono chiaramente visibili le sporgenze rotonde e i dorsi di balena della passata copertura glaciale. Un’altra piccola salita su un terreno sassoso porta al confine tra la Svizzera e l’Italia. Solo poche persone si incontrano ancora qui, dove si percepisce, ma lo si è anche letteralmente, di trovarsi alla fine della Svizzera. Per avere una migliore vista del paesaggio lacustre sul versante italiano, si raccomanda agli escursionisti sicuri di salire un po’ al Passo. Per il ritorno attraverso il Lago del Zött si gira subito dopo il laghetto sotto la falda. Dalla Valletta di Fiorina si torna indietro tenendosi di nuovo alla destra all’inizio del sentiero alpino. La successiva discesa verso il Lago artificiale del Zött si snoda lungo un ripido zigzag e poi conduce lungo il lato destro della diga di sbarramento e su un rivestimento duro fino al punto di partenza a Robiei.

    Informazione

    Robiei è raggiungibile con la funivia di montagna da San Carlo, dove c’è un collegamento con l’autopostale da Bignasco quattro volte al giorno.


    Capanna Basodino, 091 753 27 97, www.capanna-basodino.ch, www.caslocarno.ch

    Albergo-Ristorante Robièi, 091 756 50 20, www.robiei.ch

    Escursione Nr. 1813

    Pubblicato 2021 ‒ Presentato da Sentieri Svizzeri

    Jon Guler

    Percorso dell'escursione

    Mostra su swisstopo
    Robièi
    0:00
    0:00
    Pt. 2167
    0:55
    0:55
    Lago dei Matörgn
    1:50
    0:55
    Bocchetta di Val Maggia
    2:35
    0:45
    Piano del Ghiacciaio
    3:15
    0:40
    Lago del Zött
    4:35
    1:20
    Robièi
    4:57
    0:22

    Proposte escursionistiche

    Rund um den Göscheneralpsee Nr. 1946
    Göscheneralp, Dammagletscher • UR

    Rund um den Göscheneralpsee

    Auf dem Grund des türkisblauen Göscheneralpsees befand sich bis zum Bau des Staudamms im Jahr 1960 die Siedlung Göscheneralp. Die Wohnhäuser und die Kirche wurden damals rückgebaut, bevor das Tal geflutet wurde. Rund 100 Personen siedelten in den Weiler Gwüest um, der sich weiter unten im Tal befindet. Direkt bei der Staumauer des Göscheneralpsees beginnt diese Wanderung. Auf der rechten Uferseite windet sich der Weg im steilen Zickzack in die Höhe. Hoch über dem Seeufer verläuft der Weg weiter ins Chelenalptal hinein. Am Ende des Göscheneralpsees angekommen, folgt ein Richtungs- und Seeuferwechsel. Auf der linken Uferseite geht es zurück Richtung Göscheneralp bis zum Dammaboden. Dieser wird von der Dammareuss geteilt, die aber jetzt noch nicht überquert wird. Denn ab hier folgt nun der letzte, steile Anstieg bis zur Dammahütte, eine der kleinsten bewirteten SAC-Hütten der Schweiz. Die Gastfreundschaft ist grandios, die Aussicht einzigartig und der Kuchen absolut empfehlenswert. Die Aussicht auf das Gletscherplateau des Dammagletschers und die höchsten Zentralschweizer Gipfel mit den steil abfallenden Felswänden ist atemberaubend. Nach der Stärkung geht es auf demselben Weg zurück bis zum Dammaboden. Nun überquert man die Dammareuss, um den Rundweg auf der anderen Seeseite zu beenden. Ganz zum Schluss wartet noch ein Höhepunkt: die Überquerung des Göscheneralpsee Staudamms. Er wurde ausschliesslich mit Naturmaterialien aufgeschüttet und ist am Fundament 700 Meter breit. So fügt er sich viel besser ins Landschaftsbild ein als eine senkrechte Staumauer aus Beton. Was für ein Glück!
    Über die Lochberglücke zur Göscheneralp Nr. 1890
    Tiefenbach (Furka) — Göscheneralp, Dammagl. • UR

    Über die Lochberglücke zur Göscheneralp

    40 Etappen, 53 000 Höhenmeter, 360 Kilometer. Keine Frage: Der Urner Alpenkranz gehört zu den spektakulärsten Weitwanderwegen der Schweiz und Europas. Er führt vom Voralpengebiet bis ins Reich von Felsen, Geröll, Schnee und Gletschern. Übernachtet wird in Hütten und Berggasthäusern, waren es doch deren Betreiber, die den Urner Alpenkranz vor Jahren ins Leben gerufen haben. 2017 haben die Urner Wanderwege den Weitwanderweg zu neuem Leben erweckt. Auf dem Alpenkranz kann man auch tageweise wandern, zum Beispiel von der Furka-Passstrasse zur Göscheneralp. Die Lochberglücke, die dabei überquert wird, hat es aber in sich. Als T4 klassiert, erfüllt sie alle Anforderungen an eine Alpintour. Der Weg ist steil, kräftezehrend und verlangt Orientierungssinn, einen Pfad sucht man oft vergebens, dafür steigt man über Felsen und Geröll und überquert Schneefelder. Der Start indes ist einfach. Auf solidem Wanderweg wird die Albert-Heim-Hütte erreicht, mit traumhaftem Blick auf einen Kranz vergletscherter 3000er-Gipfel. Bald danach gilt es ernst, die weiss-blau-weissen Markierungen übernehmen die Führung. Ausgesetzt ist die Tour nirgends, an manch einer Stelle kommen die Hände zum Einsatz. Die hochalpine Umgebung entschädigt für die Anstrengung. Und hat man den langen, steilen und rutschigen Abstieg am Älprigensee vorbei zur Älprigenplangge geschafft, erscheint das letzte Stück auf dem Rundweg um den Göscheneralpsee fast wie ein Spaziergang. Die Glocke beim Parkplatz erinnert an die ehemalige Alpsiedlung Hinteralp.
    Val Bavona autunnale Nr. 1560
    San Carlo — Roseto • TI

    Val Bavona autunnale

    Le Alpi sopra la stretta Val Bavona sono l’esatto contrario della valle. Sono vaste, ariose e in autunno si riempiono di colori. Spesso i percorsi si dipanano lungo scalinate costruite a picco sui fianchi verticali. È impegnativa, ma può essere tranquillamente suddivisa anche in due giornate, con un pernottamento al Rifugio Piano delle Creste. Di fronte al borgo di San Carlo, il percorso sale inizialmente attraverso un fitto bosco di faggi e, successivamente, attraverso un rado bosco di betulle e larici. A quota 1700 metri si raggiunge il limite degli alberi. Poco dopo si incontrano gli edifici di alpeggio di Corte Grande, uno dei primi insediamenti alpini. Il percorso si snoda ora lungo ruscelli e cespugli di ontano. Un segno inequivocabile che l’uomo si è ritirato: l’agricoltura alpestre in Val d’Antabia è stata infatti abbandonata nel 1967. Gli edifici di alpeggio di Pianascióm sono stati convertiti nel Rifugio Piano delle Creste. Da qui il percorso sale brevemente in direzione dei Laghetti d’Antabia. Al primo laghetto, il percorso per l’Alpe di Solögna devia a sinistra e, attraversando lastre di roccia e sassi alternati a una vegetazione brulla, si giunge alla Bocchetta Fornasèl. Nei 300 metri successivi si attraversano i sassi della ripida valle laterale del Mött dell’Alpe di Solögna, fino a raggiungere una spalla di roccia. Da qui in avanti occorre procedere con un po’ di intuizione e buon senso, essendo il percorso scarsamente segnalato; si scende in direzione sud-est attraverso un’ampia fessura in una fascia rocciosa, raggiungendo così gli edifici alpini di Sedone. Da qui il percorso, di nuovo in buone condizioni, conduce dapprima ai borghi alpini di Corte Grande e Corte Nuovo poi, come in Val d’Antabia, attraversa un rado bosco di larici e ripide scalinate in pietra sapientemente costruite sul pendio, scendendo infine verso Roseto.
    Val Lavizzara Nr. 0515
    Fusio • TI

    Val Lavizzara

    L’escursione ad anello al lago di Mognola, proprio in cima alla Val Lavizzara, offre una grande varietà. Dopo una salita di 45 minuti circa si raggiunge l’alpe di Vacarisc, dove gli escursionisti possono assistere alla produzione del formaggio e fare scorta di provviste locali. Il percorso, piuttosto impegnativo, passa poi per le alpi Corte di Mezzo e Corte del Sasso fino allo storico acquedotto di Canà, recentemente restaurato. Un tempo questi canali, unici nel loro genere, costituiti da lastre di pietra e tratti scavati nella roccia viva, rifornivano di acqua preziosa le alpi sottostanti che ne erano prive. Un paesaggio primordiale caratterizzato da rocce levigate dal ghiacciaio conduce poi al circo del lago di Mognola, dove si può fare un picnic o una nuotata rinfrescante prima di iniziare l’impegnativa discesa a zig-zag fino all’emissario. Dopo un primo ripido passo, si scende accanto a una cascata fino alla piana di Corte Mognola attraverso un magnifico bosco di larici (con un sottobosco ricco di ottimi mirtilli), che riporta al bivio di Vacarisc. Da qui è possibile fare una breve deviazione fino a Fusio, un grazioso paesino di montagna con un’osteria tipica e un negozio. E se avete ancora un po’ di energia, vale la pena scendere alla vicina Mogno per visitare la chiesa progettata dall’archistar Mario Botta!

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